Pensieri sull’emergenza
Stiamo vivendo un momento strano, sospeso, in cui alcune cose cambiano troppo rapidamente, mentre altre, come la nostra quotidianità, sembrano entrare in una bolla senza tempo.
Ci siamo spaventati dal non saper cosa fare chiusi in casa, poi ci siamo ritrovati sovrastimolati da tutorial, consigli degli esperti, modi per organizzare la giornata per non perdere la bussola e mantenerci in attività.
Ma a molti capita di passare giornate intere a “non far nulla” per sentirsi poi in colpa mentre guardiamo chi impara a fare la pizza, chi fa yoga, chi fa formazione a distanza, chi legge l’equivalente dei libri stipati nella biblioteca di Alessandria!
Questo è un tempo strano, che ci mette a dura prova. Tutto ciò che era la nostra quotidianità improvvisamente non c’è più.
Non c’è niente di sbagliato a restare sospesi, non è tempo perso, è forse un modo che il nostro corpo, la nostra anima ci chiedono per ricaricarsi, per fare chiarezza in questo mare di confusione. Come quando ci si fa male o si è reduci da un intervento chirurgico: non ci viene chiesto di rimetterci subito in moto, ma di dare al corpo il tempo di riprendersi.
Ma la richiesta continua di essere performanti non si ferma neanche in questo momento e per qualcuno non è sostenibile.
Per molti, inoltre, stare con se stessi, ascoltarsi, godere dell’ozio in modo non colpevole non è possibile, per molti non è facile, per alcuni è impossibile…
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Informo quanti non lo sapessero che la mia attività di #psicologa#psicoterapeuta continua, anche se in modalità #virtuale (videochiamate o telefonicamente).
Come dicevo è un periodo strano, in cui bisogna adattarsi e inventarsi nuovi modi di stare insieme e di fornire aiuto a chi ne avesse la necessità.
Per informazioni:
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